roberto amadi foto-manipolazioni
La verità è un vestito che cambia a seconda di chi guarda
La manipolazione dell'immagine per avventurarsi nella realtà
attraverso la fotografia artistica contemporanea di Roberto Amadi

roberto amadi photo manipulation
Contemporaneità e vita digitale
Conflitti irrisolti
Esistono delle questioni ancora aperte con le quali l'artista contemporaneo in un modo o nell'altro continua a confrontarsi tuttora

BERGMAN:
la vita interiore si fa Arte.

Omaggio ad un maestro capace di scandagliare le profondità dell'animo umano


di Roberto Amadi.

Nel 1957, quando i film erano solo su pellicola ed il digitale neanche un'ipotesi, ecco Il settimo Sigillo: il dialogo tra Antonius Blok e la Morte rivela un conflitto ancora irrisolto nella società contemporanea. Vivido anticipatore di un sentire che prima di internet coniuga senso di vuoto e quella paura dove scolpire l'idea di Dio. Scultore di queste tensioni esplose nella società tecnologica di oggi è Ingmar Bergman. Memorabile.



Il Settimo Sigillo

(Svezia, 1957)
di Ingmar Bergman
DVD Audiovisivi San Paolo 

Straordinario ed inossidabile evento filmico
che emoziona come una frustata.

Il Settimo Sigillo

di Ingmar Bergman (Svezia, 1957)

Il crociato Antonius Block (il perfetto Max Von Sydow), ritorna a casa e trova un mondo dove la pestilenza azzera le illusioni degli uomini e li costringe a vivere la loro essenza. Memorabile scena iniziale è l’incontro con la Morte personificata sulla spiaggia: per nulla intimorito la sfida a scacchi riuscendo così a guadagnarsi il tempo necessario a trovare le risposte che la sua pur ricca esperienza di cavaliere gli ha ancora negato.

Pentito? no, non lo è affatto. Antonius cerca Dio. Inizia il viaggio-pellegrinaggio verso il suo castello, inizia l’ultima Cerca, la più importante nella vita di ognuno. Lungo la strada sembra che solo laceranti silenzi rispondano alle domande dell’eroe crociato: ma non è proprio questo silenzio il presupposto della libertà, la condizione necessaria per essere liberi di scegliere di credere o di non credere?

Apparentemente distante da questo è la vita della famiglia di girovaghi, una giovane coppia di attori, a mio avviso non interpreti dei poveri di spirito, ma convincente metafora del potere dell’ Arte che, libera dall’ inutile fardello della metodologia scientifica, si pone come strumento di conoscenza. L’ Arte è capacità visionaria che permette di accedere ai sedimenti della verità esistenziale, che permette di vedere ciò che la razionalità ci nasconde, ciò che il calcolo ci proibisce.

E’ l’attore che vede la Morte che gioca a scacchi con il cavaliere: "…non vedi con chi gioca?…con la Morte, è lì che gioca a scacchi con la Morte in persona!" E’ l’attore che vede i protagonisti danzare con la Morte nel chiarore dell’alba.
E’ invece l’ eroe che deve intervenire là dove il destino sembra ineluttabile. E’ lui che beffa la Morte che afferma “niente mi sfugge”, è il cavaliere Antonius che rovesciando maldestramente e volontariamente le pedine sulla scacchiera, riesce così ad ingannarla: sacrificando generosamente se stesso, rende possibile la fuga della giovane famiglia di artisti.
Qual è la risposta finale? Solo la Fede può riempire i silenzi ed i vuoti dell’ esistenza. Come dice Antonius nella scena finale con tutti i personaggi schierati: "Dio, tu che in qualche luogo esisti, tu che devi certamente esistere, abbi misericordia di noi."

Si, Antonius: Dio c’è.

Fuori di questo sembra esserci solo l’incapacità di sopportare l’assordante silenzio di un mondo negato, che porta all’ inutile ribellione dello scudiero di fronte all’apparentemente unica certezza della vita: la morte.


Il 30 luglio 2007 Ingmar Bergman si è spento, come si usa dire "serenamente", all'età di 89 anni nella sua casa sull'isola di Faaro nel mar Baltico, isola che ben conosceva e dove aveva ambientato alcuni suoi film. Bergman viveva da solo su quest'isola dalla morte della sua ultima moglie, Ingrid, nel 1995: scelta che rivela la maturità di una personalità capace di vivere in autonomia.
Bergman ha sondato i rapporti tra psiche e anima in una luce spesso dominata dall'angoscia dell'esistenza.

Comandante della Legion d'onore, membro dell'Accademia delle lettere svedese, drammaturgo, ha rivelato molto della sua vita privata e professionale in una celebrata autobiografia, "La Lanterna magica". Sposato cinque volte, Bergman aveva nove figli. Il regista svedese rimane tuttora una delle personalità più eminenti nel panorama cinematografico mondiale. Ha realizzato oltre 40 film nella sua lunga carriera: tra questi alcuni capolavori destinati a rimanere per sempre nella storia del cinema. Nel gennaio 2005 Bergman ricevette il Premio Federico Fellini per l'eccellenza cinematografica.

Testo di Roberto Amadi

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